Visualizzazione post con etichetta PASSEGGIATE VIRTUALI. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta PASSEGGIATE VIRTUALI. Mostra tutti i post
domenica 15 aprile 2012
sabato 4 febbraio 2012
lunedì 7 novembre 2011
AUTUNNO
martedì 1 novembre 2011
PASSEGGIANDO TRA NATURA E STORIA
Viene chiamato con il nome Città d'Umbrìa un sito archeologico posto a quasi mille metri di quota, alle pendici del monte Barigazzo, non lontano dalla piccola località di Tosca, nella valle del Ceno, in provincia di Parma, nel comune di Varsi.
Vicino ad un piccolo stagno, detto il Lago di Città, sopra una piccola altura, vi sono i resti di un antico sistema di difesa. Alcuni studiosi ritengono che l’insediamento fu costruito dagli Umbri, da cui il toponimo, ma questa interpretazione è la meno accreditata, altri dai Liguri (nel II secolo a.C.) come avamposto di difesa contro i Romani e altri ancora dai Longobardi, nel Medioevo, come postazione di avvistamento e difesa.
Sarebbe stato anche un accampamento celtico dei senoni o i cenomani come si può capire dal fiume Ceno.
(notizie tratta da Wikipedia)
Un luogo molto bello e affascinante, ricco di storia e di mistero, ma purtroppo come tanti altri luoghi dell'appennino e sopratutto della valceno non viene valorizzato come meriterebbe...oramai restano poche cose, qualche piccolo muro divorato dalla vegetazione, tra pochi anni rimmarrà solo un lontano ricordo...scelta giusta?...
Vicino ad un piccolo stagno, detto il Lago di Città, sopra una piccola altura, vi sono i resti di un antico sistema di difesa. Alcuni studiosi ritengono che l’insediamento fu costruito dagli Umbri, da cui il toponimo, ma questa interpretazione è la meno accreditata, altri dai Liguri (nel II secolo a.C.) come avamposto di difesa contro i Romani e altri ancora dai Longobardi, nel Medioevo, come postazione di avvistamento e difesa.
Sarebbe stato anche un accampamento celtico dei senoni o i cenomani come si può capire dal fiume Ceno.
(notizie tratta da Wikipedia)
Un luogo molto bello e affascinante, ricco di storia e di mistero, ma purtroppo come tanti altri luoghi dell'appennino e sopratutto della valceno non viene valorizzato come meriterebbe...oramai restano poche cose, qualche piccolo muro divorato dalla vegetazione, tra pochi anni rimmarrà solo un lontano ricordo...scelta giusta?...
giovedì 27 ottobre 2011
domenica 23 ottobre 2011
venerdì 7 ottobre 2011
martedì 18 gennaio 2011
ASPETTANDO LA PRIMAVERA immagini di Flavio Nespi
sabato 15 gennaio 2011
L'alba a Venezia...di Pino Bertorelli
Valentina Selene Medici
L’ALBA A VENEZIA
/Mattino d’Agosto ore 5. /No, oggi no…. avrò tempo domani /per restare più a lungo /nel piacevole mondo dell’inconscio. /Ora voglio aspettare LEI /con i gomiti appoggiati al davanzale /di una finestra in una vecchia casa. .../Un refolo fresco mi accarezza /poi va a insinuarsi, fra le foglie degli alberi /che sporgendomi quasi posso sfiorare. /Un corvo lancia il suo richiamo /un compagno gli risponde in lontananza. /A destra un muggito ripetuto /forse il buongiorno a una presenza amica. /Motore di trattore, sudore e fatica. /Non rumori ma suoni /ed io respiro silenzio e quiete. /D’improvviso ecco incomincia /dapprima solo rosea spennellatura /su vergine tela /e adagio, in diretta, l’opera si compie. /Dipinto d’Autore. /Affascinata mi ritrovo a sussurrare /-L’ho vista, ho visto l’alba /Dalla persiana aperta di una casa di Venezia
..
Una riflessione... in coda alla "toccante" poesia di Valentina...di Pino Bertorelli
Pensando alla famosa poesia del Risorgimento, dedicata alla città lagunare, mi pace sottotitolare questa lirica “Ode a Venezia”!
Eh, sì, anche nei versi di Valentina si celebra un momento particolare di… Venezia. Ma qui, sull’Appennino parmense, anche se un poco di “tristezza e di malinconia” trapela, “silenzio e quiete” dominano la scena. Tristezza, perché la poetessa interpreta in modo realistico il momento dell’alba, quando ancora (alcuni anni fa) si sentivano il muggito e… il trattore. Ora questo piccolo paesino e’ disabitato. E il celebrare il sorgere del sole e il ritorno della vita… si spera possa essere un buon presagio per il futuro incerto del minuscolo borgo, che possiamo ammirare nell’istantanea scattata mezzo secolo fa.
La protagonista attende l’alba sul davanzale di una vecchia casa, con le foglie che quasi le sfiorano il viso, accarezzata da un leggero venticello, e assiste ad una scena indimenticabile, alla creazione di un’opera d’arte, di un “dipinto d’Autore”.
Il finale della lirica, il culmine dell’emozione, coincide con un’esclamazione di stupore di fronte ad un evento sì quotidiano, ma sempre diverso, sempre affascinante, poi... se ci troviamo a Venezia… Grazie, Valentina!
..
Una riflessione... in coda alla "toccante" poesia di Valentina...di Pino Bertorelli
Pensando alla famosa poesia del Risorgimento, dedicata alla città lagunare, mi pace sottotitolare questa lirica “Ode a Venezia”!
Eh, sì, anche nei versi di Valentina si celebra un momento particolare di… Venezia. Ma qui, sull’Appennino parmense, anche se un poco di “tristezza e di malinconia” trapela, “silenzio e quiete” dominano la scena. Tristezza, perché la poetessa interpreta in modo realistico il momento dell’alba, quando ancora (alcuni anni fa) si sentivano il muggito e… il trattore. Ora questo piccolo paesino e’ disabitato. E il celebrare il sorgere del sole e il ritorno della vita… si spera possa essere un buon presagio per il futuro incerto del minuscolo borgo, che possiamo ammirare nell’istantanea scattata mezzo secolo fa.
La protagonista attende l’alba sul davanzale di una vecchia casa, con le foglie che quasi le sfiorano il viso, accarezzata da un leggero venticello, e assiste ad una scena indimenticabile, alla creazione di un’opera d’arte, di un “dipinto d’Autore”.
Il finale della lirica, il culmine dell’emozione, coincide con un’esclamazione di stupore di fronte ad un evento sì quotidiano, ma sempre diverso, sempre affascinante, poi... se ci troviamo a Venezia… Grazie, Valentina!
mercoledì 12 gennaio 2011
VALE LA PENA ABBANDONARE QUESTI LUOGHI? immagini di Flavio Nespi, lirica di Valentina Selene Medici
clicca sull'immagine per visualizzare la galleria
Valentina Selene Medici
IL SILENZIO NELLA CASA
Se ne vanno….. /Un ultimo giro di chiave nella toppa /quasi a proteggere un gramo passato /e già sentono , che più non torneranno. /Alla curva lo sguardo volgono /verso la piccola casa in mezzo al bosco /e alle dure zolle avare di frutti /anche se intrise di abbondante sudore. /Già sono lontani, col cuore stretto /ma la mente aperta a nuove speranze. /Solo allora avanza il silenzio. /Lentamente entra, nella casa di pietre /insinuandosi nelle povere stanze /e in breve ne diventa sovrano. /Accetta solo la leggera polvere /che strato su strato tutto ricoprirà. /Così regnerà incontrastato e solenne /finchè verrà a disturbare la sua quiete /il rumore di frammenti di calcinacci /stanchi di ricoprire sassi squadrati. /Quando, dopo /costante lavoro /entrerà il vento, da tegole smosse/speranzoso si aggirerà ovunque, /cercando presenze scomparse. / Prima di uscire solleverà i fogli /di un calendario ormai ingiallito /appeso al muro eroso, scrostato /inutilmente, perché nella casa nel bosco
il tempo non ha avuto futuro.
lunedì 10 gennaio 2011
SIMBOLO SUL PENNA di Valentina Selene Medici
clicca sull'immagine per visualizzare la galleria fotografica di Flavio Nespi
Valentina Selene Medici
SIMBOLO SUL PENNA
Passava le dita leggere del pensiero /sulle cicatrici profonde dell’anima. /Anima arida come il greto di un fiume /sotto il sole cocente d’Agosto. /Premeva forte i piedi sul terreno /dell’umido sentiero del Penna. /premeva per non scivolare o, forse, /per imprimere l’orme, gratuita violenza /per placare quell’immenso dolore. /Indifferente al creato /meditabonda, attonita, saliva /come spinta da forza oscura /che verso l’alto la portava. /Giunse su, alla cima del monte /dove un raggio di sole accecante /accendeva la Grande Croce. /Passò le dita leggere del pensiero /sulle cicatrici dell’anima /e le parvero meno profonde. /Timida, dalle labbra uscì una prece /e la sentì la voce degli angeli. /Lentamente piegò le ginocchia e si prostrò ai piedi del SIMBOLO.
domenica 9 gennaio 2011
VIAGGIO INVERNALE NELLA VALCENO immagini di Flavio Nespi
sabato 8 gennaio 2011
LE PASSEGGIATE DI ROBERTO BERTOLOTTI IN VALCENO E DINTORNI
domenica 2 gennaio 2011
INVERNO 2010 di flavio nespi
clicca sulla foto per visualizzare la galleria
Valentina Selene Medici TRAMONTO /Non amo guardare oltre /quelli che chiamano /vetri trasparenti. /La mia compagna nebbia /troppe cose mi nasconde. /Ma c’è un attimo magico /quando lo splendore /quasi scompare /oltre l’impalpabile confine. /Allora si /mi fermo a guardare. /Ma chi sto ammirando? /Il quotidiano calore /o la luce di Colui dal quale /tutto ha avuto inizio? /Ma perché pormi /inutili, amletici dubbi, /preferisco estraniarmi /e insieme gioire.
mercoledì 3 novembre 2010
martedì 2 novembre 2010
giovedì 21 ottobre 2010
TRAMONTO DAL TOMARLO
Tramonto visto dal Tomarlo nel mese di Agosto, anno 2010.
Time Lapse con Nikon D5000 e 18-55 VR.
Video di Giovanni Conti.
domenica 17 ottobre 2010
Iscriviti a:
Post (Atom)