Valentina Selene Medici
L’ALBA A VENEZIA
/Mattino d’Agosto ore 5. /No, oggi no…. avrò tempo domani /per restare più a lungo /nel piacevole mondo dell’inconscio. /Ora voglio aspettare LEI /con i gomiti appoggiati al davanzale /di una finestra in una vecchia casa. .../Un refolo fresco mi accarezza /poi va a insinuarsi, fra le foglie degli alberi /che sporgendomi quasi posso sfiorare. /Un corvo lancia il suo richiamo /un compagno gli risponde in lontananza. /A destra un muggito ripetuto /forse il buongiorno a una presenza amica. /Motore di trattore, sudore e fatica. /Non rumori ma suoni /ed io respiro silenzio e quiete. /D’improvviso ecco incomincia /dapprima solo rosea spennellatura /su vergine tela /e adagio, in diretta, l’opera si compie. /Dipinto d’Autore. /Affascinata mi ritrovo a sussurrare /-L’ho vista, ho visto l’alba /Dalla persiana aperta di una casa di Venezia
..
Una riflessione... in coda alla "toccante" poesia di Valentina...di Pino Bertorelli
Pensando alla famosa poesia del Risorgimento, dedicata alla città lagunare, mi pace sottotitolare questa lirica “Ode a Venezia”!
Eh, sì, anche nei versi di Valentina si celebra un momento particolare di… Venezia. Ma qui, sull’Appennino parmense, anche se un poco di “tristezza e di malinconia” trapela, “silenzio e quiete” dominano la scena. Tristezza, perché la poetessa interpreta in modo realistico il momento dell’alba, quando ancora (alcuni anni fa) si sentivano il muggito e… il trattore. Ora questo piccolo paesino e’ disabitato. E il celebrare il sorgere del sole e il ritorno della vita… si spera possa essere un buon presagio per il futuro incerto del minuscolo borgo, che possiamo ammirare nell’istantanea scattata mezzo secolo fa.
La protagonista attende l’alba sul davanzale di una vecchia casa, con le foglie che quasi le sfiorano il viso, accarezzata da un leggero venticello, e assiste ad una scena indimenticabile, alla creazione di un’opera d’arte, di un “dipinto d’Autore”.
Il finale della lirica, il culmine dell’emozione, coincide con un’esclamazione di stupore di fronte ad un evento sì quotidiano, ma sempre diverso, sempre affascinante, poi... se ci troviamo a Venezia… Grazie, Valentina!
..
Una riflessione... in coda alla "toccante" poesia di Valentina...di Pino Bertorelli
Pensando alla famosa poesia del Risorgimento, dedicata alla città lagunare, mi pace sottotitolare questa lirica “Ode a Venezia”!
Eh, sì, anche nei versi di Valentina si celebra un momento particolare di… Venezia. Ma qui, sull’Appennino parmense, anche se un poco di “tristezza e di malinconia” trapela, “silenzio e quiete” dominano la scena. Tristezza, perché la poetessa interpreta in modo realistico il momento dell’alba, quando ancora (alcuni anni fa) si sentivano il muggito e… il trattore. Ora questo piccolo paesino e’ disabitato. E il celebrare il sorgere del sole e il ritorno della vita… si spera possa essere un buon presagio per il futuro incerto del minuscolo borgo, che possiamo ammirare nell’istantanea scattata mezzo secolo fa.
La protagonista attende l’alba sul davanzale di una vecchia casa, con le foglie che quasi le sfiorano il viso, accarezzata da un leggero venticello, e assiste ad una scena indimenticabile, alla creazione di un’opera d’arte, di un “dipinto d’Autore”.
Il finale della lirica, il culmine dell’emozione, coincide con un’esclamazione di stupore di fronte ad un evento sì quotidiano, ma sempre diverso, sempre affascinante, poi... se ci troviamo a Venezia… Grazie, Valentina!
Grazie, Flavio… per l’ospitalità! Ho voluto documentare lo “stato di salute” delle vecchie case di pietra di un piccolo paesino dell’alta Valceno, attraverso una passeggiatina nella “nostra” città lagunare. Tu, bravissimo, hai già pubblicato tantissime istantanee, testi e filmati… rguardanti questo aspetto della nostra splendida valle… che rimarranno come “testimonianze vive” di una “realtà… in via d’estinzione”! No, non sarà mai così… non deve essere così!!! I “micro-paesini” della Valceno sono… la nostra storia!
RispondiEliminaUna riflessione... in coda alla "toccante" poesia di Valentina...
RispondiEliminaPensando alla famosa poesia del Risorgimento, dedicata alla città lagunare, mi pace sottotitolare questa lirica “Ode a Venezia”!
Eh, sì, anche nei versi di Valentina si celebra un momento particolare di… Venezia. Ma qui, sull’Appennino parmense, anche se un poco di “tristezza e di malinconia” trapela, “silenzio e quiete” dominano la scena. Tristezza, perché la poetessa interpreta in modo realistico il momento dell’alba, quando ancora (alcuni anni fa) si sentivano il muggito e… il trattore. Ora questo piccolo paesino e’ disabitato. E il celebrare il sorgere del sole e il ritorno della vita… si spera possa essere un buon presagio per il futuro incerto del minuscolo borgo, che possiamo ammirare nell’istantanea scattata mezzo secolo fa.
La protagonista attende l’alba sul davanzale di una vecchia casa, con le foglie che quasi le sfiorano il viso, accarezzata da un leggero venticello, e assiste ad una scena indimenticabile, alla creazione di un’opera d’arte, di un “dipinto d’Autore”.
Il finale della lirica, il culmine dell’emozione, coincide con un’esclamazione di stupore di fronte ad un evento sì quotidiano, ma sempre diverso, sempre affascinante, poi... se ci troviamo a Venezia… Grazie, Valentina!